SOTTOCIELO

FLAVIA BUCCI – 2025

L’opera nasce da una riflessione sul tempo, inteso non solo come misura cronologica, ma come struttura culturale che orienta i nostri comportamenti e le nostre abitudini. L’artista affronta il tempo come una lunga successione di scadenze, uno schema rigido che governa la produttività e lascia poco spazio all’ascolto interiore. Attraverso la ripetizione di un gesto semplice, quasi rituale, prende forma un processo che interrompe questa linearità, aprendo uno spazio altro in cui il tempo può essere vissuto, non solo consumato.

 

La ricerca si concentra sulla dialettica tra tempo produttivo e tempo morto. Il tempo della noia, del vuoto e della sospensione viene interpretato come una condizione necessaria per il pensiero, la contemplazione e la generazione di senso. L’opera si configura come un “decluttering” visivo e mentale: un tentativo di sottrazione, di fare spazio, di svuotare il pieno per restituire valore all’essenziale. I notturni che compongono l’installazione assumono l’aspetto di nuvole leggere, forme fluide che si sottraggono alla definizione, evocando un paesaggio mentale dove il vuoto non è mancanza ma potenziale, un dispositivo attivo, un campo di possibilità in cui le idee possono sedimentare e trasformarsi. È un invito a rallentare, a osservare e ad abitare il tempo con uno sguardo rinnovato.